Riso rosso fermentato contro il colesterolo alto?

Riso rosso fermentato

Si sente spesso parlare di persone che sono riusciti a controllare i propri livelli di colesterolo grazie al riso rosso fermentato, il quale è diventato anche una valida scelta terapeutica da parte dei medici in sostituzione delle normali statine.

Ma cos’è il riso rosso fermentato?

Il riso rosso fermentato (d’ora in poi RRF) è un prodotto a base di riso fermentato dal lievito Monascus purpureus usato da secoli in Cina per la preparazione del vino di riso, come esaltatore di sapidità, come colorante alimentare ed a scopo terapeutico nella Medicina tradizionale cinese come “coadiuvante della digestione e della circolazione”. Viene usato anche per la preparazione (colorazione) del tofu, dell’aceto di riso rosso e come colorante nei laboratori di pasticceria cinesi. Pur essendo utilizzato principalmente come colorante alimentare, il riso rosso fermentato conferisce un gusto sottile, ma piacevole al cibo ed è comunemente usato nella cucina delle regioni di Fujian della Cina.

Qual è il suo meccanismo d’azione?

La fermentazione del riso rosso da parte del lievito Monascus purpureus produce, tra le tante, una sostanza denominata monacolina K, strutturalmente e funzionalmente analoga alla lovastatina, capace di inibire la HMGCoA reduttasi e quindi la sintesi del colesterolo. Nella matrice biologica dell’estratto fungino, la monacolina presenta una maggiore biodisponibilità rispetto alla forma farmaceutica tipica (lovastatina). A parità di dosaggio, la monacolina K esercita quindi un effetto ipocolesterolemizzante decisamente maggiore della statina. Ne consegue la possibilità di ottenere un effetto farmacologico significativo a dosaggi inferiori rispetto al farmaco e quindi un minor rischio di effetti collaterali, a fronte di una maggiore compliance al trattamento.

Alcuni ricercatori ipotizzano che l’effetto ipocolesterolemizzante del RRF potrebbe essere solo in parte attribuibile all’azione della monacolina K. Infatti, il RRF contiene almeno 10 diverse monacoline, molte con presunta attività inibitoria sulla HMG-CoA reduttasi. Inoltre, il RRF contiene betasitosterolo e campesterolo, sostanze in grado di limitare l’assorbimento intestinale del colesterolo, nonché fibre e niacina, capaci di esercitare anch’esse un effetto ipocolesterolemizzante

Il China Coronary Secondary Prevention Study è stato condotto in una popolazione di 4870 pazienti cinesi con pregresso infarto del miocardio ed ipercolesterolemia moderata, randomizzati a ricevere per 5 anni un estratto purificato di RRF (5-6.4 mg di monacolina K), lo Xuenzhikang, o il placebo. L’intervento con RRF, oltre a promuovere una riduzione del 20% dei livelli di LDL colesterolo, ha determinato una riduzione significativa del rischio di eventi coronarici (infarto) del 45% rispetto al placebo.

Il trattamento con RRF ha ridotto significativamente la mortalità totale del 33%, la mortalità cardiovascolare del 30%, e la necessità di interventi di rivascolarizzazione coronarica del 33%, a fronte di un profilo di tollerabilità sovrapponibile al placebo.

Il gruppo scientifico della European Food Safety Authority (EFSA) in un claim del 2011, ha avvalorato la relazione causa-effetto tra consumo di RRF e mantenimento di un’adeguata concentrazione di colesterolo LDL nella popolazione generale adulta; tale effetto sarebbe in relazione con un consumo di 10 mg/die di monacolina K. A questo dosaggio, per la monacolina K si applicano le restrizioni cui è soggetta la medesima dose di lovastatina. Il parere degli esperti si basa fondamentalmente su studi randomizzati controllati in doppio cieco nei quali è stata osservata una riduzione del colesterolo totale ed LDL del 16-20% e del 22-26% rispettivamente con 7,5 e 11,4 mg al giorno del principio attivo per 8-12 settimane.

Sembra fantastico!… Ma attenzione a dove la comprate!

La sicurezza dei diversi preparati commerciali contenenti RRF è ad oggi oggetto di dibattito. È emersa un’ampia variabilità di composizione tra i prodotti commerciali contenenti RRF: preparazioni commerciali che riportavano in etichetta un contenuto pari a 600 mg di RRF per capsula, contenevano una quantità di monacolina K variabile tra 0,31 e 11.15 mg/capsula. Inoltre, in alcuni prodotti contenenti RRF è stata rilevata la presenza di citrinina, una micotossina con possibile tossicità a livello renale. Ciò suggerisce l’assoluta necessità di avvalersi di preparati contenenti RRF che, oltre a godere di una letteratura scientifica che confermi l’efficacia ipocolesterolemizzante, diano garanzie di purezza e sicurezza del prodotto commercializzato.

Per questo motivo è sempre bene comprarlo da rivenditori certificati oppure in farmacia, invece che su internet dove la truffa è dietro l’angolo!

Quindi secondo le evidenze odierne chi dovrebbe utilizzare RRF?

Sulla base di quanto è ad oggi noto, la categoria di pazienti che maggiormente potrebbe beneficiare dell’utilizzo di preparati a base di RRF contenenti dosi di monacolina K ≤10 mg/die è quella dei soggetti a rischio cardiovascolare lieve moderato con livelli di colesterolo LDL superiori rispetto agli obiettivi terapeutici raccomandati di non oltre il 20-25%, nonostante siano state attuate misure di trattamento dietetico e modifiche dello stile di vita.

Paolo Tarzia - Personal Trainer Health & Wellness Coach
Mi chiamo Paolo Tarzia, sono fondatore del Team Health and Wellness Coach ed un consulente che non si occupa esclusivamente della tua forma fisica, intesa come muscoli e peso, ma della tua salute, dell’alimentazione e di tutto quello che ti può portare ad “essere in forma” nel senso più esteso del termine.