La cannella (Cinnamon zeylanicum) è una spezia molto antica, usata da centinaia di anni nell’alimentazione per le sue note proprietà benefiche sulla salute. Contiene principalmente oli essenziali e altri derivati, in particolare la cinnamaldeide, l’acido cinnamico e il cinnamato.
A differenza di altre spezie da cucina, essa non si ricava dal seme o dal frutto, bensì dal fusto e dai ramoscelli che assumono il classico aspetto di una piccola pergamena color nocciola, una volta liberati del sughero esterno e trattati. Recentemente la cannella e i suoi derivati sono stati identificati dalla ricerca come nutraceutici a tutti gli effetti con spiccate attività terapeutiche specialmente in quelle condizioni in cui si ha un peggioramento della sensibilità insulinica come nella sindrome metabolica, l’obesità, o l’intolleranza glucidica, e anche nei casi di elevazione della glicemia a digiuno fuori dai normali range terapeutici come nel diabete mellito di tipo 2.
Oltre a queste proprietà la cannella vanta studi clinici ne hanno dimostrato l’attività ipoglicemizzante e ipocolesterolemizzante, oltre che anti-ipertensiva [Bandara, et al. (2012)].
Inoltre l’acido cinnamico in vitro aumenta significativamente la secrezione di insulina stimolata dal glucosio nelle isole del pancreas [Hafizur, et al. (2015)] e ancora in vivo agisce contro l’insulino-resistenza [Kim, Choung. (2010); Cao, et al. (2010)], il diabete e l’ipercolesterolemia correlate all’obesità [Sheng, et al. (2008); Huang, et al. (2011)].
In una meta-analisi di trials clinici randomizzati, 435 pazienti arruolati in studi di durata tra i 40 giorni e i 4 mesi, che hanno assunto dosi di cannella tra 1 e 6 grammi al giorno, si è riscontrata una riduzione significativa dell’HbA1c (emoglobina glicata) e della glicemia a digiuno [Akilen, et al. (2012)], tutto questo confermato anche in una revisione sistematica del 2019 pubblicata su Diabetes Research and Clinical Practice.
Ma come agisce la cannella?
Il meccanismo d’azione è stato valutato in primis su ratti con diabete indotto dalla streptozocina, dove è stato rilevato che l’assunzione orale di cannella inibisce in modo reversibile e competitivo l’alfa-glucosidasi e migliora l’iperglicemia post-prandiale. L’alfa glucosidasi (o maltasi) è un enzima che appartiene alla classe delle idrolasi, deputato all’idrolisi del maltosio, disaccaride composto da due molecole di glucosio. Catalizza l’idrolisi del residuo terminale, non-riducente, con legami 1-4, di α-D-glucosio con il rilascio di α-D-glucosio. Il processo di demolizione avviene nella prima parte dell’intestino tenue: il duodeno.
In pratica inibisce il rapido assorbimento degli zuccheri a livello del tratto digestivo in modo tale da rallentare l’inevitabile picco glicemico che normalmente avviene dopo un pasto composto in buona parte da carboidrati in modo tale da garantire una miglior sazietà e un assorbimento dei nutrienti più graduale.
Inoltre, la somministrazione di cinnamaldeide a ratti diabetici per circa 2 mesi ha migliorato il contenuto epatico e muscolare di glicogeno, aumentando l’uptake di glucosio attraverso la traslocazione di GLUT-4 nei tessuti periferici, e dunque migliorando quello che è l’assorbimento di glucosio dal sangue alle varie cellule del corpo, il che è un fenomeno molto ricercato dai clinici sia nei casi di diabete o intolleranza glucidica in quanto riducendo gli zuccheri circolanti si vanno a ridurre quei fenomeni come la glicazione in cui gli zuccheri vanno a legarsi a delle proteine o a dei grassi a cui normalmente non dovrebbero essere legati (come nel caso dell’emoglobina), sia nell’ambito sportivo in quanto favorisce il fenomeno del ‘partizionamento glucidico’ in modo tale che gli zuccheri vengano più rapidamente accumulati all’interno del muscolo sotto forma di glicogeno permettendo così un recupero più veloce della performance, soprattutto nel caso di sportivi agonistici che effettuano più di una sessione di allenamento durante il giorno.
E per finire riduce i livelli di glicemia in modo dose-dipendente, come è stato dimostrato in ratti non obesi con diabete di tipo II in quanto i polifenoli presenti nella cannella agiscono sinergicamente con la cinnamaldeide, aumentando i livelli di GLUT-4 e del recettore beta per l’insulina.
Dunque come assumere la cannella durante il giorno?
Il dosaggio ideale sarebbe di almeno 4 g al giorno per via orale da aggiungere alle proprie pietanze preferite assunta preferibilmente ‘cruda’ e non cotta in quanto le sostanze fenoliche sono sensibili alle temperature oltre i 40°C.
Siccome molto utilizzata specialmente nei prodotti da forno come torte o dolci vari, per garantirne la fruizione delle proprietà terapeutiche sarebbe quella di aggiungerla al preparato dopo che lo stesso è stato sfornato, ovvero durante la fase di raffreddamento come decorazione a mo’ di zucchero a velo, oppure semplicemente aggiungerla agli alimenti freddi o tiepidi come alcune bevande.