Berberina è efficace contro il colesterolo?

Berberina

La Berberina (BBR) è un derivato vegetale del gruppo degli alcaloidi e può essere estratta da diverse piante: Coptis chinensis, Hydrastis canadensis (goldenseal), Berberis aquifolium (uva dell’Oregon), Berberis aristata (albero della curcuma), Berberis vulgaris (Barberry) e Arcangelisia flava.

La BBR dopo la curcumina è uno dei nutraceutici più studiati e dalle comprovate proprietà antipertensive, ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti e antinfiammatorie, anche se purtroppo, esattamente come per la curcumina, ha una bassa biodisponibilità sistemica ovvero è scarsamente assorbita.

Come agisce la BBR a livello sistemico?

Molti studi hanno dimostrato che BBR possiede attività terapeutiche ad ampio spettro: può essere efficace nel trattamento di diverse malattie croniche, incluso il diabete , le malattie cardiovascolari, il cancro tramite un effetto inibitorio sulla proliferazione e riproduzione di determinati microrganismi e virus tumorigenici, depressione e malattie infiammatorie.

Andiamo ad analizzare i meccanismi di azione più nel dettaglio:

  • La BBR regola il metabolismo del glucosio attraverso meccanismi multipli che coinvolgono diverse vie di segnalazione. In particolare, essa è in grado di aumentare la sensibilità insulinica attivando la via della proteina kinasi dipendente dall’adenosina monofosfato (AMPK), è in grado inoltre di modulare il microbiota intestinale, inibire la gluconeogenesi nel fegato, stimolare la glicolisi nelle cellule dei tessuti periferici, promuovere la secrezione intestinale di glucagon-like protein-1 (GLP-1), e aumentare la sintesi dei trasportatori del glucosio.

In altre parole favorisce tutti quei meccanismi legati alla regolazione e al metabolismo del glucosio.

  • La bbr regola anche il metabolismo del fegato, agendo su diversi fattori di trascrizione che sono coinvolti nella sintesi del glicogeno e dei lipidi: FoxO1, SREBP1 e ChREBP.

Questi fattori svolgono ruoli importanti nella regolazione dell’espressione dei geni bersaglio che riguardano il metabolismo lipidico.

La BBR ha mostrato un effetto anti-iperlipidemico con la riduzione dei livelli di colesterolo totale, dei trigliceridi e del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL). Questi risultati sono stati osservati sia nei modelli animali che nell’uomo.

  • La berberina è anche in grado di modulare negativamente l’espressione di PCSK9 , un inibitore fisiologico del recettore LDL che agisce legando il dominio extracellulare di LDLR e ne promuove la degradazione all’interno delle cellule , risultando così in una riduzione della quantità dei recettori sulla superficie degli epatociti. PCSK9 rappresenta dunque un target farmacologico la cui inibizione permette di modulare i livelli circolanti di colesterolo “cattivo” LDL.

La berberina riduce sia i livelli di PCSK9 e sia la quantità di PCSK9 secreta in modo dose- e tempo-dipendente.

  • La BBR ha un effetto antipertensivo in quanto inibisce l’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) e delle citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-17 e IL-23) coinvolte nella patofisiologia dell’ipertensione arteriosa. I risultati di un esperimento sui ratti hanno anche suggerito che la BBR ha un effetto ipotensivo, attraverso l’inibizione dell’enzima di conversione dell’angiotensina e il rilascio diretto di NO / cGMP nei tessuti vascolari.

L’esame dei parametri emodinamici nell’uomo ha riportato risultati simili: aumento dell’indice cardiaco e della frazione di eiezione ventricolare sinistra, diminuzione della resistenza vascolare sistemica e polmonare, riduzione della pressione diastolica ventricolare sinistra.

La BBR ha anche mostrato un effetto ipotensivo nella terapia combinata. In uno studio clinico, una composizione nutraceutica comprendente: policosanoli, estratto di riso rosso fermentato (RRF), berberina (BBR), acido folico e coenzima Q10 (CoQ10) è stata somministrata in pazienti ipertesi di grado I per un mese, al termine del quale si è verificato un significativo effetto antipertensivo e ipolipemizzante.

Analizziamo ora alcuni studi sulla berberina

I pazienti con dislipidemia mista, trattati con berberina, hanno sperimentato una riduzione media del 25% dei livelli di LDL e di trigliceridi, con dosi di 500-1500 mg/die. Una recente meta-analisi ha mostrato che la somministrazione di berberina produce una significativa riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo totale rispetto al gruppo placebo(differenza media -0,61 mmol/l, range – 0,83/-0,39), LDL-C (differenza media 0,65 mmol/l), TG (differenza media -0,50 mmol/l), associata a un rilevante aumento dei livelli di HDL (differenza media +0,05 mmol/l).

Questa stessa meta-analisi ha confermato l’assenza di effetti collaterali rilevanti, suggerendo che la berberina potrebbe avere effetti benefici nel controllo dei livelli lipidici plasmatici. Un recente studio ha valutato l’effetto della berberina in pazienti con sindrome metabolica, mostrando che la somministrazione di berberina induce remissione della sindrome metabolica riducendo la circonferenza vita (p<0,05), i livelli  ematici di trigliceridi (p<0,01), la pressione sistolica (p<0,01) e la secrezione di insulina (p<0,01), ed aumenta la sensibilità all’insulina (p<0,01)

Come tutti gli altri nutraceutici anche per la berberina è consigliato non ricorrere all’autosomministrazione ma di rivolgersi a professionisti sanitari esperti in quanto in alcuni studi si è rilevato che dosi elevate (maggiori di 1000 mg/die) sono state associate a ipotensione arteriosa, dispnea, sintomi similinfluenzali, disturbi gastrointestinali, costipazione e danni cardiaci.

Questo perchè la BBR spiazza la bilirubina dall’albumina in modo dieci volte maggiore rispetto al fenilbutazone, motivo per cui deve essere evitata in bambini con l’ittero e in donne in gravidanza.

La berberina spiazza anche il warfarin, il tiopentale e la tolbutamide dai loro siti di legame,aumentando i loro livelli plasmatici.

Allo stesso tempo, può aumentare marcatamente i livelli di ciclosporina A a causa dell’inibizione del citocromo P450 3A4 nel fegato, dell’inibizione della glicoproteina P nella parete intestinale e dell’aumento del tempo di svuotamento gastrico, che ne aumenta la biodisponibilità e ne diminuisce il metabolismo.

Dunque, la berberina non deve essere utilizzata in pazienti che assumono farmaci con uno stretto range terapeutico.

Questi effetti collaterali non devono tuttavia spaventare l’utente ma sottolineano come sia necessaria una seria valutazione specialistica prima di assumere un qualsiasi nutraceutico.

Paolo Tarzia - Personal Trainer Health & Wellness Coach
Mi chiamo Paolo Tarzia, sono fondatore del Team Health and Wellness Coach ed un consulente che non si occupa esclusivamente della tua forma fisica, intesa come muscoli e peso, ma della tua salute, dell’alimentazione e di tutto quello che ti può portare ad “essere in forma” nel senso più esteso del termine.